PYRAMIDEN Пирамида

Su un'isola ghiacciata a circa 1.000 km a sud del Polo Nord si trova la statua di Lenin più a nord del mondo.
La sguardo di Vladimir Ilych si affaccia sul ghiacciaio Nordenskiold, sul gelido Billefjord e sulla oramai vuota e abbandonata
città Sovietica di Pyramiden.
La città, che un tempo era il più grande insediamento dell'arcipelago artico norvegese delle Svalbard, arrivando fino a 1500
residenti stabili negli anni ’70 e ’80, fu bruscamente abbandonata nel 1998. Fondata nel 1910 dai minatori svedesi, passò di
mano nel 1927 alla compagnia mineraria sovietica Russkij Grumant.
Le miniere di carbone delle Svalbard rappresentavano una risorsa molto vantaggiosa per l’area, e Mosca decise di investire
nella zona. Pyramiden fu rasa al suolo dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale e, dopo il conflitto, l’Unione
Sovietica decise di ricostruire tutte le abitazioni, dotando l’insediamento di servizi essenziali alle famiglie: una scuola, un
asilo, una piscina ad acqua di mare riscaldata, un ospedale, un cinema, palestre, una biblioteca e il Palazzo della Cultura.
Vitto e alloggio gratuiti (le case non disponevano di cucine, ma era presente un unico edificio adibito a mensa pubblica, con
pasti gratuiti due volte al giorno), serrata competizione per ottenervi un posto di lavoro come minatore e uno stipendio fino a
5 volte superiore di quello pagato nella madrepatria. Venne abbandonata a metà anni ’90 a seguito della caduta dell’URSS e
di un tragico incidente aereo che di fatto uccise la metà degli allora residenti.
La città, che sorge in uno dei luoghi meno ospitali del pianeta, è una miniatura dell’ideale sovietico di società, letteramente
congelata nello spazio e nel tempo. La sua straordinaria conservazione è dovuta al clima artico estremo nel quale si trova, il
quale si stima permetterà agli edifici di conservarsi alla perfezione per almeno altri 4/500 anni, molto più a lungo di qualsiasi
altro insediamento umano contemporaneo.